Medicina in evoluzione

16 aprile 2025

Cardioalberti, la mobilità necessaria


Ruolo dell'Innovazione

In campo operatorio, il progresso tecnologico ci ha dato l'opportunità di intervenire per cambiare in modo repentino l'evoluzione nefasta di molte patologie cardiovascolari. L'angioplastica, gli stent, le endoprotesi, altri dispositivi impiantabili come le valvole, gli occlusori, i pacemaker e i defibrillatori, o ancora le pompe di assistenza, i device per le embolizzazioni selettive e via discorrendo; ci permettono di salvare molte vite e spesso possono migliorare in modo consistente la qualità della vita a quasi tutte le età.


In campo clinico, le nuove tecnologie rendono più accessibili i controlli seriati delle situazioni croniche e di chi per svariati motivi (tempo, liste di attesa, impegni lavorativi, scarsa mobilità...) ha difficoltà a eseguire esami e visite altrimenti non procrastinabili. Il video-consulto, il controllo remoto di molti devices, gli strumenti di monitoraggio domiciliare, la possibilità di comunicare in Internet tra Medico e Paziente, così come la miniaturizzazione e la portabilità di molte apparecchiature, ci consentono oggi di realizzare un'assistenza molto più capillare ed efficiente, contribuendo quindi al miglioramento globale della salute sia fisica che mentale.


Ruolo dell'Esperienza

Le capacità interpretative e diagnostiche così come la scelta degli indirizzi terapeutici e la loro pronta modifica quando necessario, non dipendono tuttavia dall'innovazione, bensì dalle modalità in cui ciascun Medico ha sviluppato la propria esperienza.


Chi ha svolto un'ampia pratica sia in campo intra- che extra-ospedaliero, ha sviluppato un forte senso del distacco esistente tra il "sano" e il "malato". Avendo vissuto molto a contatto, non solo con le reali patologie cardiovascolari, ma anche con le situazioni di ansie e dubbi che queste patologie ingenerano nelle Persone, si rende conto molto bene di quando è indispensabile ricorrere urgentemente a controlli più approfonditi e ad eventuali trattamenti tempestivi. Quel tipo di Medico ha inoltre sviluppato un forte senso per la "cura della Singola Persona", proprio per la consapevolezza di come spesso i protocolli siano difficilmente applicabili al caso clinico e altrettanto di come la rilevanza di certi risultati sia fondamentale in certi casi anche per la vita del singolo. E' questo il genere di esperienza medica di cui oggi c'è più bisogno; non ha senso intasare i Pronto Soccorso né temporeggiare laddove l'urgenza clinica è reale; altrettanto non ha senso trattare le Persone come un numero da inscrivere in qualche "studio scientifico" e neppure insistere con un approccio per così dire "conservativo" quando sono invece necessarie soluzioni "tecniche" appropriate; magari attenendosi (e vale per entrambe le situazioni) a qualche teorica "linea-guida" (negli ultimi anni il ruolo nefasto della "medicina difensiva" alimentata dalla malsana pratica giudiziaria e mediatica ha allontanato i Medici e i Pazienti).


Ci vuole un equilibrio tra l'approccio Clinico e quello Interventistico, e tale equilibrio è il frutto dell'Esperienza personale di "chi conosce perché ha vissuto" i limiti e i vantaggi di entrambi gli aspetti, l'Intelligenza Artificiale non serve a nulla. In questo modo si possono seguire le Persone nel loro percorso, avendo cura sia del modo in cui gli esami, le terapie e gli eventuali interventi vengono eseguiti, sia dell'assistenza e delle informazioni necessarie per affrontare la malattia.


Ruolo del pensiero

Anche l'esperienza non basta, però. Lo Studio è indispensabile ed è parte integrante della Medicina in quanto la pratica medica si basa su conoscenze che derivano dalla pluralità del Sapere.


Oggi abbiamo la possibilità di accedere in modo semplice ai risultati delle casisitiche cliniche, ma questo non è sufficiente; l'elaborazione del pensiero medico dev'essere adeguata anche sul piano umano e culturale, bisogna aprire l'orizzonte dello Studio ai diversi aspetti nei quali la Vita si svolge. Lo Studio deve quindi comprendere anche gli approfondimenti biologici, filosofici, psicologici e sociali indipensabili sul piano dell'aggiornamento culturale e delle relazioni umane. Un pensiero critico e aperto, in continua formazione, porta a considerare le situazioni delle singole Persone cercando di comprendere le diverse necessità e le diverse aspettative, evitando di seguire protocolli e atteggiamenti rituali.


Fare il Medico è una mansione come molte altre, ma "Essere Medico" vuol dire spendere molto tempo anche nello Studio e nella Riflessione!


Ruolo del Covid

Esistono davvero un prima e un dopo il Covid: esploso nel febbraio del 2020, un anno dopo l’avvio di Cardioalberti, e continuato (pur con lievi attenuazioni nei periodi estivi) sino a tutta la primavera del '22, il "pandemonio del Covid" è diventato uno sparti-acque.


Nelle prime fasi il ricorso alla Telemedicina è aumentato soprattutto in virtù della totale irreperibilità di servizi medici sia ospedalieri che ambulatoriali. Tuttavia, subito dopo, nonostante la profusione di soldi impiegati per realizzare una "medicina a distanza", è emersa sempre più la necessità invece di una "medicina di prossimità". Il domicilio del Paziente, i luoghi di lavoro, le residenze per anziani debbono essere considerati luoghi abituali per svolgimento della professione medica, perché sempre più spesso è lì che il Paziente ha bisogno di essere seguito. Per certi aspetti il "pandemonio del Covid" ha messo in evidenza la distanza che da tempo cresceva tra il sistema sanitario e i bisogni dei Pazienti.


Attualmente l'obiettivo principale di Cardioalberti è proprio questo: andare incontro ai bisogni di salute nei contesti della complessità in cui oggi viviamo.